venerdì 25 ottobre 2024

*L’Equilibrio della Memoria: La Relazione come Processo di Crescita Continuo*



*Una lezione agli psicologi: oltre i sintomi, verso una saggezza condivisa*

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**Parabola del Fiume e della Roccia**  
Un giorno, un giovane si recò da un vecchio saggio per lamentarsi delle sue emozioni altalenanti. "Sto bene oggi, ma ieri stavo male; ogni giorno, non so cosa aspettarmi da me stesso," disse. Il saggio lo portò al bordo di un fiume e gli mostrò una grande roccia nel mezzo dell'acqua. 

"Osserva," disse il saggio, "questo fiume scorre da migliaia di anni e continuerà a farlo. Ora è calmo, ma quando pioverà, diventerà impetuoso. Tuttavia, guarda quella roccia: è salda, costante. Gli anni l'hanno resa più levigata, più forte, ma non si è spostata."

Il giovane guardò la roccia e si rese conto che, proprio come il fiume, anche le sue emozioni erano fluide, ma aveva bisogno di trovare la stabilità della "roccia" dentro di sé: memoria, esperienza e studio che potevano aiutarlo a interpretare e affrontare il flusso delle emozioni con maggiore serenità e saggezza.

**Proverbio:**  
*"L’albero forte resiste alla tempesta perché le sue radici sono ben piantate."* Questo significa che, per non essere travolti dagli alti e bassi, bisogna radicarsi nelle esperienze passate, nelle lezioni apprese e nella comprensione profonda di sé e degli altri.

**Morale:**  
Per una relazione onesta e trasparente con se stessi e gli altri, non si può oscillare continuamente tra il “sto bene” e il “sto male”. Occorre coltivare una memoria che permetta di interpretare le emozioni alla luce dell’esperienza e dello studio, per non dipendere esclusivamente dall'umore del momento. Solo così, come la roccia nel fiume, si può costruire una stabilità interiore capace di accogliere e condividere gli alti e bassi della vita in modo maturo e costruttivo.

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**Conclusione:**  
La lezione per gli psicologi e per chi cerca di comprendere l’altro è questa: ogni sintomo va visto come parte di un contesto più ampio. Il compito non è solo osservare il malessere o il benessere di un singolo giorno, ma capire il “perché” e il “come” di quei sentimenti nel tempo. Le emozioni, come il fiume, scorrono, ma se la relazione con il paziente è basata su saggezza, esperienza e continuità, sarà come la roccia che, stabile, sostiene e guida, senza farsi trascinare dal momento.

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