venerdì 31 gennaio 2025

CASE DIVERSE MA RELAZIONE STABILE


Riassunto della storia tra Ermanno e Maria

Ermanno e Maria si sono conosciuti in un contesto di collaborazione e condivisione di esperienze. La loro relazione si è sviluppata nel tempo, attraversando momenti di vicinanza intensa e periodi di distanza, spesso caratterizzati da fraintendimenti e percorsi personali divergenti. Maria, attratta da una comunità di giovani catecumenici, ha trovato una sua strada che l’ha portata a distanziarsi da Ermanno, mentre lui ha vissuto il rapporto con una profondità e un senso di appartenenza che ha dovuto riformulare nel tempo.

Nonostante le differenze, Ermanno e Maria hanno costruito un legame solido, che trascende il romanticismo e si radica in un’affinità più profonda: quella di due anime che si riconoscono come compagni di vita, pur restando su cammini separati. Il loro rapporto è un vincolo affettivo autentico, basato su rispetto, comprensione e sostegno reciproco, senza necessità di possesso o esclusività.


TEDx Talk: "L'Affetto Senza Amore – Il Legame che Sfida la Relazione Romantica"

Introduzione
Buongiorno a tutti. Siamo abituati a pensare che l’amore sia il più alto tra i sentimenti umani, il legame che giustifica il sacrificio, la passione e la dedizione. Ma oggi voglio proporvi un’alternativa: un legame altrettanto forte, ma libero da romanticismo e possesso. Un affetto che non ha bisogno di promesse, ma solo di presenza.

L'illusione dell'amore romantico
La nostra cultura ci insegna che il culmine di una relazione è l’amore di coppia, con la sua esclusività e la sua intensità emotiva. Ma quante storie d’amore finiscono tra delusione e dolore, perché costruiamo aspettative irrealistiche? Il modello romantico spesso si basa sul desiderio di fusione, che rischia di soffocare l’individualità.

Il legame affettivo non romantico
Esiste un altro modo di connettersi, basato sulla complicità e sulla stima, senza bisogno di etichette. È il legame tra due persone che scelgono di esserci l’una per l’altra senza dover corrispondere a uno schema prestabilito. Questo tipo di relazione è più simile a una grande amicizia, ma con una profondità emotiva che la rende unica.

Il mio percorso con Maria
Ho vissuto questo tipo di legame con una donna che chiamerò Maria. Siamo stati vicini, ci siamo compresi, ci siamo anche persi per poi ritrovarci su una nuova base: quella di due compagni di vita che non devono condividere lo stesso tetto o la stessa quotidianità, ma che sanno di poter contare l’uno sull’altra.

Perché è una scelta rivoluzionaria
Svincolarsi dall’idea che l’amore romantico sia l’unico modo per dare valore a un rapporto è un atto di libertà. Significa accettare che le persone non ci appartengono e che il sentimento più vero è quello che lascia spazio all’altro di essere ciò che è.

Conclusione
Forse non tutti sono pronti per un legame così, perché siamo abituati a cercare sicurezza nella relazione romantica. Ma se impariamo a vedere il valore dell’affetto puro, senza vincoli o aspettative, scopriremo che l’amore non è l’unico linguaggio del cuore. C’è qualcosa di più grande: la scelta consapevole di esserci, senza bisogno di possedere.

Grazie.


Ermanno Faccio

Self coaching stories

sabato 25 gennaio 2025

La preghiera quotidiana per Roberta


La preghiera quotidiana per Roberta


Rit    Che Roberta sia illuminata e risollevata nella gioia della vita 

preghiamo Fratelli e Sorelle  per Roberta, in questo momento in cui provo una tristezza profonda per come stanno andando le cose   

Rit.

preghiamo Fratelli e Sorelle  il Signore affinché le faccia capire che, dopo il suo comportamento odierno, mi sento angosciato, oppresso da questo senso di abbandono, come se non contassi davvero per lei, per chi dovrebbe volermi bene    Sono deluso, perché tutto ciò che sono stato sembra essere stato da lei dimenticato o ignorato, come se non valesse più nulla   

Rit.

preghiamo Fratelli e Sorelle  affinché comprenda la frustrazione enorme che porto dentro: ho sempre cercato di aiutare, di esserci, e ora mi trovo trattato in modo ingiusto, come se i miei sentimenti non avessero importanza    Non posso negare di provare grande dolore per il modo in cui vengo trattato e, al tempo stesso, sono confuso, perché non capisco come siamo arrivati a questo punto, all’improvviso, da ieri a oggi  

 Rit.

preghiamo Fratelli e Sorelle  il Signore di farle capire che, a volte, mi sento in colpa, chiedendomi se una mia espressione su WhatsApp o un mio comportamento possano aver peggiorato le cose    Ma poi mi domando: davvero ho sbagliato così tanto?

Rit.Che Roberta sia illuminata e risollevata nella gioia della vita 

preghiamo Fratelli e Sorelle  il Signore di proteggere il nostro rapporto: c’è in me una vulnerabilità che mi logora, il timore di perdere definitivamente questo legame che considero importante, dopo 19 anni, nonostante sia ormai così squilibrato   

Rit.

preghiamo Fratelli e Sorelle  Gesù affinché le faccia comprendere l’amarezza che provo per il modo freddo e distaccato in cui vengo trattato    I suoi modi mi fanno sentire inutile, come se fossi considerato solo quando c’è bisogno di qualcosa    Questo mi lascia con un senso di insicurezza profonda: non so più cosa fare, cosa essere, né se questo rapporto, anche se formalmente amichevole come da lei più volte definito, abbia ancora un futuro sensato e utile per entrambi   

Rit.

preghiamo Fratelli e Sorelle  i Santi affinché le facciano vedere che, nonostante tutto, una parte di me spera ancora che le cose possano migliorare, che ci sia una via d’uscita    Ma ora mi sento stanco, stanco emotivamente    Sopportare tutto questo mi sta consumando il cuore e la mente  
La cosa a cui tengo di più è la sincerità, e lei, invero, é stata sempre onesta nelle promesse, ma disonesta nelle contese   

Rit.

preghiamo Fratelli e Sorelle  la Madonna affinché la illumini sulla sincerità: per te tutto è discussione e ragione, sempre e comunque    E, pure, gliela dò    Ma non è questo il fine di un’amicizia sincera    Un’amicizia sincera non è quella che dà ragione, ma quella che è autentica   

Rit.

preghiamo Fratelli e Sorelle  gli Angeli affinché non le facciano mai perdere una così grande amicizia come la mia e che non facciano mai perdere a me la sua amicizia protettiva e salutare    Io, in fondo, ho intrapreso una causa donchisciottesca, solo per salvarla dagli spiriti maligni che la tormentano   

Rit.

preghiamo Fratelli e Sorelle  Dio, Gesù, la Madonna, i Santi e gli Angeli affinché la aiutino a comprendere che deve lasciar andare definitivamente i suoi fantasmi: quelli legati ai locali, agli amorazzi, agli ex fidanzati, ai traumi, ai mariti fuggiti, ai cari scomparsi e agli analisti svaniti    preghiamo Fratelli e Sorelle  che riesca a superare i traumi e le sue reazioni difensive, quegli atteggiamenti malevoli che neanche l’esorcista ha risolto   

Rit.

preghiamo Fratelli e Sorelle  che la Madonna le mostri che non troverà la verità nella solitudine o nell’isolamento, ma nella trasparenza e nella relazione con gli altri  
preghiamo Fratelli e Sorelle  i Santi affinché Roberta impari a riconoscere le sue mancanze e i maltrattamenti che, a volte, infligge a chi le vuole bene    preghiamo Fratelli e Sorelle  che accetti che lavorare per migliorarsi non è una debolezza, ma una forza   

Rit.

preghiamo Fratelli e Sorelle  Dio Onnipotente affinché la porti a essere sincera con se stessa, a volersi bene anche quando sbaglia e a voler migliorare i suoi errori umani  
preghiamo Fratelli e Sorelle  i Santi affinché le insegnino che i peccati di omissione, come l’assenza di ordine, di regole semplici e di organizzazione, sono ostacoli per vivere in pace con sé stessa   

Rit.

Infine, preghiamo Fratelli e Sorelle  che Roberta capisca che la vera amicizia non si basa su apparenze o convenzioni, ma su autenticità e rispetto reciproco  

Rit.

Ringraziamo fratelli e sorelle  i Santi, gli Angeli tutti, la Madonna, Suo Figlio, lo Spirito Santo e Dio Onnipotente per quanto ci hanno concesso fino ad oggi e per l’ascolto che vorranno concederci   

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo    Amen   



sabato 14 dicembre 2024

Monologhi accusatori dei soggetti narcisisti patologici


Un monologo di questo tipo, articolato da una criminologa che si rivolge a vittime di narcisisti, potrebbe partire con l'intento di avvertire le ascoltatrici sui meccanismi di manipolazione, ma rischia di cadere in una generalizzazione eccessiva che indebolisce il messaggio. La relatrice si concentra sulla figura di "loro", attribuendo caratteristiche negative a un gruppo indistinto e senza riconoscere la possibilità di eccezioni. Ecco una disquisizione su questo monologo:


Introduzione del monologo e struttura argomentativa:
L’oratrice sembra puntare sulla ripetizione martellante del pronome "loro" per creare un effetto di allarme collettivo, descrivendo un comportamento tipico di narcisisti egocentrici e manipolatori: ribaltano le situazioni, criticano per sminuire, esasperano problemi personali per ottenere attenzione, e mirano a erodere l’autostima delle vittime. L’idea è di fornire alle ascoltatrici uno schema comportamentale riconoscibile, un vademecum per smascherare chi potrebbe causare loro danni emotivi e psicologici.

Il problema della generalizzazione:
Il tono accusatorio nei confronti di "loro" (una categoria indistinta ma prevalentemente maschile, secondo il contesto implicito) rischia di creare un'immagine monolitica e unidimensionale. Ogni comportamento simile a quello descritto viene bollato come manipolatorio, senza considerare che certi atteggiamenti possono emergere anche da individui non narcisisti, ma mossi da fragilità, empatia o intenzioni costruttive.

Ad esempio, è vero che i narcisisti possono ribaltare la situazione per manipolare, ma non tutti quelli che condividono un disagio personale o criticano un errore lo fanno per svalutare l’altro. Alcuni, invece, esprimono un punto di vista per stimolare una crescita comune o per sottolineare quanto tengano alla relazione. Invece di screditare la vittima, si preoccupano di proteggerla e valorizzarla, cercando di correggere malintesi o errori senza prevaricare.

L’erosione dell’autostima e la manipolazione:
La relatrice insiste sul fatto che "loro" mirano a distruggere l’immagine che le vittime hanno di sé, un punto che può essere vero in molti casi di abuso psicologico. Tuttavia, la mancanza di sfumature nella sua analisi non lascia spazio per distinguere tra manipolazione intenzionale e dinamiche relazionali normali dove entrambi i partner possono avere momenti di vulnerabilità o incomprensione.

Ad esempio, un uomo che esprime dolore per un comportamento ricevuto potrebbe farlo con sincerità, senza voler "rubare la scena" o spostare l’attenzione su di sé. Potrebbe invece cercare di migliorare il rapporto, mostrando rispetto e stima per l’altra persona. Non è il gesto in sé a definire l’intenzione, ma il contesto e il modo in cui viene portato avanti.

La necessità di distinguere:
La critica principale al monologo risiede proprio nella sua incapacità di riconoscere queste differenze. In un contesto così polarizzante, chiunque mostri anche una vaga somiglianza ai tratti descritti rischia di essere automaticamente classificato come manipolatore. Questo approccio può indurre le vittime a tagliare fuori dalla propria vita persone che, in realtà, non sono affatto narcisiste o manipolative, ma semplicemente imperfette, umane e desiderose di costruire relazioni sane.

Conclusione:
Il monologo della criminologa, per quanto efficace nel mettere in guardia contro i narcisisti patologici, dovrebbe essere bilanciato con un invito alla riflessione. Non tutti quelli che espongono una lamentela, esprimono un’opinione o cercano attenzione lo fanno per manipolare. C’è una profonda differenza tra chi tenta di distruggere l’autostima dell’altro per dominare e chi, invece, cerca un confronto aperto per migliorare la relazione.

Un messaggio più inclusivo e sfumato aiuterebbe non solo le vittime a riconoscere i veri manipolatori, ma anche a non vedere nemici dove potrebbero esserci alleati, evitandosi ulteriori isolamenti e fraintendimenti relazionali.

lunedì 18 novembre 2024

Legami Intimi o Comunità Leggera: Chi Sostiene Chi nei Momenti Difficili?

In una società sempre più frammentata, scegliere tra una relazione intima e profonda o una rete di amicizie leggere può influenzare profondamente la nostra capacità di affrontare situazioni critiche come la malattia o il lutto. Questo articolo esplora i vantaggi e i limiti di entrambi i modelli relazionali, immaginando scenari concreti per capire chi, tra Ermanno e Roberta, è meglio equipaggiato per provvedere a sé e agli altri nei momenti di maggiore vulnerabilità.


Un confronto tra due modelli relazionali nelle sfide della vita: dalla malattia al lutto

Oggi facciamo una disquisizione su i vantaggi di essere binario alla base ovvero di avere una persona intima di riferimento non necessariamente per un rapporto sessuale ma semplicemente per un rapporto confidenziale profondo che non deve essere rappresentata da una psicologa o da uno psicologo ma da una persona che ha un affetto di profondità tale ad essere intenzionato a supportare l'altra persona per tutta la vita e essere in grado di dichiarare questo,  contrapponendo poi questa struttura di base sociale con il progetto sociale di essere una persona che continua a vagare da un'amica all'altra tutte le sere in un rapporto itinerante fatto di semplici chiacchiere conviviali, non cucinando mai per gli altri ma recandosi continuamente a casa di altri oppure in ristoranti con altri preferibilmente paganti indicando questo modo di vivere come tendenza alla costruzione di una comune leggera ovvero un gruppo di semplici amici che si frequentano non a scopo sessuale ma a scopo di sostegno morale di frado amichevole e non particolarmente intimo o responsabilizzante perché la intimità confidenziale viene affidata due volte alla settimana ad una professionista di psicologia e ad uno psichiatra che prescrive tra le altre cose benzodiazepine in un mix molto pesante. Analizzuamoi pro e contro e redigiamo una tabella dei risultati a lungo termine e di quello che ci si può aspettare dalle due ipotesi di struttura familiare di base duale oppure allargata comunitaria.

Disquisizione sulle due ipotesi di struttura relazionale

1. Struttura binaria intima

Una relazione binaria intima prevede un legame profondo tra due persone, non necessariamente di natura sessuale, ma basato su confidenza, sostegno emotivo e affetto duraturo. Questa relazione è caratterizzata da una reciprocità costante e da un impegno di lungo termine.

2. Struttura comunitaria allargata

La struttura comunitaria implica una rete di relazioni sociali più ampie ma meno profonde, caratterizzata da frequentazioni regolari tra amici e conoscenti. L’intimità emotiva è delegata a professionisti, come psicologi o psichiatri, mentre i rapporti con gli amici sono più leggeri e itineranti.


Tabella comparativa

AspettiStruttura binaria intimaStruttura comunitaria allargata
Intimità emotivaProfonda e stabileSuperficiale, delegata a professionisti
Supporto reciprocoContinuo, garantito anche nei momenti difficiliLimitato, non garantito
ImpegnoAlto, richiede costanza e responsabilitàBasso, relazioni più flessibili
Dipendenza da professionistiBassa, rapporto intimo sufficienteAlta, intimità affidata a psicologi/psichiatri
Stabilità relazionaleElevata, ancorata a un legame personaleVariabile, dipende dalla disponibilità degli amici
Costi emotivi e materialiBilanciati, condivisi tra i due partnerElevati, tra terapie e frequentazioni esterne
Autenticità del legameAlta, basata sull’impegno reciprocoBassa, spesso condizionata da convenienze
Longevità del modelloLunga, se ben costruitaMedia, rischio di alienazione o isolamento emotivo
Sostenibilità psicologicaAlta, grazie a un riferimento stabileVariabile, dipendente dalla qualità delle relazioni
VulnerabilitàRidotta, legata a una figura specificaMaggiore, rischio di sentirsi soli in momenti di crisi


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Analisi dei risultati a lungo termine

Struttura binaria intima
Pro
  1. Favorisce un equilibrio psicologico grazie al sostegno continuo.  
  2. Offre un rifugio emotivo sicuro.  
  3. Riduce la dipendenza da figure esterne, come psicologi o farmaci.  
  4. Costruisce una relazione resiliente che può durare una vita.  

- Contro
  1. Richiede impegno costante e capacità di adattamento.  
  2. Può portare a sofferenza emotiva in caso di rottura.  

Struttura comunitaria allargata

- Pro
  1. Flessibilità nel creare e interrompere relazioni.  
  2. Maggior possibilità di frequentare persone diverse.  
  3. Relazioni poco impegnative, adatte a stili di vita dinamici.  

Contro
  1. Mancanza di stabilità emotiva a lungo termine.  
  2. Dipendenza dai professionisti della salute mentale.  
  3. Rischio di solitudine emotiva, nonostante le frequentazioni.  
  4. Possibili costi economici elevati (ristoranti, terapie, farmaci).  

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Prima Conclusione
La struttura binaria intima sembra offrire vantaggi maggiori a lungo termine, in termini di stabilità emotiva, sostenibilità psicologica ed equilibrio tra impegni e benefici. Tuttavia, richiede una maggiore responsabilità personale.  
La struttura comunitaria allargata è più adatta a persone che preferiscono relazioni meno impegnative e un contesto sociale variegato, ma il prezzo è una maggiore instabilità emotiva e dipendenza esterna.

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Ora disegniamo un uno scenario che vede Ermanno che trova una compagna intima e Roberta che continua a portare avanti la politica della comune leggera ipotizziamo una situazione di malattia e ipotizziamo una situazione di lutto per vedere chi potrà provvedere all'altro e chi potrà provvedere alle incombenze del lutto in caso di evento nefasto

Scenario ipotetico: Ermanno e Roberta in situazioni di malattia e lutto

1. Situazione di malattia

  • Ermanno con una compagna intima:
    Malattia di Ermanno:
    La compagna di Ermanno, avendo un legame profondo e basato sulla reciprocità, si prende cura di lui direttamente, aiutandolo sia emotivamente che fisicamente. Potrebbe gestire appuntamenti medici, fornire supporto psicologico e occuparsi delle necessità quotidiane (cucina, igiene, comunicazioni).
    Malattia della compagna:
    Ermanno, in quanto partner devoto, risponde con lo stesso impegno, assicurandosi che la compagna riceva cure adeguate. Il rapporto intimo crea una base di solidarietà e mutuo soccorso.

  • Roberta nella comune leggera:
    Malattia di Roberta:
    Gli amici della sua comune potrebbero offrire un supporto limitato (ad esempio, portarle pasti occasionali o visitarla brevemente). Tuttavia, essendo il gruppo non legato da obblighi profondi, il sostegno potrebbe essere discontinuo e principalmente delegato a professionisti sanitari.
    Malattia di un amico della comune:
    Roberta parteciperebbe in modo superficiale, inviando messaggi di conforto o visitando brevemente, ma senza un impegno continuo.


2. Situazione di lutto

  • Ermanno con una compagna intima:
    Lutto di Ermanno:
    La compagna offre sostegno emotivo costante, aiuta a gestire le pratiche burocratiche e organizza cerimonie o altre incombenze. La presenza stabile di una figura intima mitiga il dolore e fornisce sicurezza psicologica.
    Lutto della compagna:
    Ermanno ricambia con pari dedizione, assumendo le responsabilità pratiche e offrendo conforto emotivo. La relazione crea una rete solida per affrontare l’evento.

  • Roberta nella comune leggera:
    Lutto di Roberta:
    Gli amici della comune potrebbero partecipare al funerale e offrire un supporto limitato (ad esempio, parole di conforto o piccoli gesti). Tuttavia, la gestione delle incombenze (burocrazia, organizzazione del funerale) sarebbe lasciata a Roberta o a professionisti.
    Lutto di un amico della comune:
    Roberta potrebbe partecipare al lutto in maniera superficiale, con una presenza simbolica ma senza un coinvolgimento significativo nella gestione pratica.


Conclusione

Ermanno con una compagna intima emerge come il modello più adatto per affrontare situazioni di malattia o lutto, grazie alla presenza di un partner dedicato che può fornire supporto emotivo e pratico. Questo legame intimo garantisce sicurezza e stabilità nelle difficoltà.

Roberta nella comune leggera, pur avendo accesso a una rete sociale ampia, rischia di trovarsi sola nei momenti di maggiore vulnerabilità, a meno che non faccia affidamento su professionisti. Le relazioni deboli e flessibili della comune non possono competere con la profondità e la dedizione di un legame binario.

(I nomi sono puramente casuali)

Di Redazione 



martedì 5 novembre 2024

La Quercia e il Pettirosso

In un vasto campo verde, vi era una quercia alta e possente che da anni offriva ombra e riparo agli animali del bosco. Un pettirosso, il più giovane e delicato, aveva scelto proprio quel grande albero come rifugio sicuro. La quercia, con i suoi rami larghi e forti, sembrava eterna: anche durante le tempeste, il pettirosso sapeva che avrebbe trovato riparo tra le sue fronde.

Un giorno, però, la grande quercia fu abbattuta dal vento. Il pettirosso si trovò da solo nel campo, spaesato e pieno di tristezza, guardando l’albero che era stato per lui rifugio e casa. Sentiva di aver perso tutto, proprio come undici anni prima, quando anche il cespuglio in cui era nato era stato spazzato via.

Vagò senza meta per giorni, fino a che trovò una piccola collinetta ricoperta di fiori selvatici. Qui, un anziano ciliegio, dalle foglie che tremavano ad ogni soffio di vento, gli offrì un ramo sottile su cui riposare. Il pettirosso raccontò al ciliegio la sua storia di perdita e dolore.

Il ciliegio ascoltò con attenzione e poi, con voce calma, gli disse: "Figliolo, nella vita ci sono radici e ali. Le radici sono quelle che hai ricevuto dalla quercia e dal cespuglio che ti hanno cresciuto. Le ali, però, sono le tue: con esse puoi trovare nuovi rami, esplorare nuovi cieli e portare dentro di te il ricordo di chi ti ha dato forza. Le radici di un albero, anche quando non le vedi, restano sempre nel terreno; ti sostengono invisibilmente, aiutandoti a spiccare il volo."

Il pettirosso, riflettendo su queste parole, capì che, sebbene avesse perso il suo rifugio, portava ancora con sé la forza di chi lo aveva protetto. Iniziò a cantare ogni mattina, non più per la quercia perduta, ma per ringraziare ogni ramo, ogni nuovo giorno, ogni filo d’erba.

Da quel momento, il pettirosso sentì il calore di chi aveva amato non più come un’ombra, ma come un soffio che lo sollevava nel volo.

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**Morale**: Le radici che ci danno forza non spariscono mai. La loro memoria è nelle nostre ali, e anche nei giorni di maggiore tristezza, possiamo trovare un ramo su cui posare e una melodia per rendere omaggio a ciò che abbiamo amato.

domenica 3 novembre 2024

Affrontare il Dolore: Un Viaggio verso la Libertà Interiore

Come la sofferenza, se attraversata e compresa, può diventare un mezzo di crescita e liberazione. Scopriamo come il percorso per affrontare e dissolvere i mali interiori può portare alla vera felicità.  

Tecniche per liberarsi dai “loop” mentali e vivere una vita più autentica  

Introduzione

In un mondo spesso impegnato a nascondere la sofferenza o a sedarla con soluzioni temporanee, emerge un approccio radicale: quello di avvicinarsi al dolore, attraversarlo, e infine dissolverlo. Questa idea non è solo un cambio di prospettiva, ma un invito a sperimentare un percorso più autentico di liberazione interiore, privo di palliativi. Come si può affrontare la sofferenza? Qual è la chiave per trasformare il dolore in un’esperienza liberatoria?

Cuore del concetto 

Le "tecniche del loop annullato," basate su un processo di attraversamento delle proprie paure e sofferenze, ci offrono una metodologia per liberarci dai mali che ci tormentano. L’idea è quella di richiamare pensieri negativi e affrontarli direttamente, comprendendo che il dolore non risiede nel problema stesso, ma nella nostra paura di affrontarlo. Come un ostacolo che blocca il nostro cammino, anche i mali interiori devono essere osservati, compresi e infine dissolti, lasciando spazio a una nuova visione della vita.

Ecco, quindi, il paradosso: mentre si tende a voler allontanare il dolore o a dimenticarlo, è proprio nell’affrontarlo e nell’immergercisi che si riesce a superarlo. Ogni volta che attraversiamo un ricordo doloroso, sciogliamo un nodo emotivo, fino a liberarci del tutto dal peso che ci affliggeva.

Colpi di scena

Una rivelazione sorprendente emerge quando comprendiamo che il dolore non è solo un ostacolo, ma una guida. Affrontarlo diventa l'occasione per scoprire chi siamo veramente, senza i filtri di paure o condizionamenti. Non si tratta di “curarsi” ma di trovare la chiave della nostra autenticità.

Paragone con parabole

Come nelle parabole religiose in cui l’eroe affronta le proprie paure e, attraversandole, scopre la verità, anche noi possiamo vedere la nostra vita come un cammino di crescita. È solo quando affrontiamo i nostri demoni interiori, i “loop” mentali, che possiamo giungere alla pace. Proprio come un mare in tempesta che si calma al termine della bufera, anche la nostra mente diventa chiara e limpida quando abbiamo attraversato e compreso le nostre emozioni più oscure.

Dimostrazione

Per chiunque voglia iniziare questo percorso, è utile dedicarsi ogni giorno a un aspetto della propria vita che è fonte di sofferenza. Attraversare il dolore, piuttosto che evitarlo, ci rende capaci di vivere con consapevolezza, forti delle lezioni apprese e pronti ad affrontare ogni sfida con un cuore leggero.

Conclusione

Smettere di fuggire e iniziare ad attraversare il proprio dolore è il primo passo verso una vita più autentica e libera. La vera felicità non si ottiene ignorando il passato o i dolori, ma risolvendo quei “loop” che altrimenti continuerebbero a ripetersi. Vivere nel presente e costruire un futuro sereno dipende da come scegliamo di affrontare oggi i nostri mali.

Morale

La vera felicità non risiede nel cercare di fuggire dai dolori, ma nell’affrontarli con coraggio e determinazione. La vita, per essere vissuta appieno, richiede autenticità, un impegno nel prendersi cura di sé e nel non lasciare che paure o rimpianti ci imprigionino in un ciclo infinito di sofferenza.

Di 

Don Erman 

venerdì 25 ottobre 2024

*L’Equilibrio della Memoria: La Relazione come Processo di Crescita Continuo*



*Una lezione agli psicologi: oltre i sintomi, verso una saggezza condivisa*

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**Parabola del Fiume e della Roccia**  
Un giorno, un giovane si recò da un vecchio saggio per lamentarsi delle sue emozioni altalenanti. "Sto bene oggi, ma ieri stavo male; ogni giorno, non so cosa aspettarmi da me stesso," disse. Il saggio lo portò al bordo di un fiume e gli mostrò una grande roccia nel mezzo dell'acqua. 

"Osserva," disse il saggio, "questo fiume scorre da migliaia di anni e continuerà a farlo. Ora è calmo, ma quando pioverà, diventerà impetuoso. Tuttavia, guarda quella roccia: è salda, costante. Gli anni l'hanno resa più levigata, più forte, ma non si è spostata."

Il giovane guardò la roccia e si rese conto che, proprio come il fiume, anche le sue emozioni erano fluide, ma aveva bisogno di trovare la stabilità della "roccia" dentro di sé: memoria, esperienza e studio che potevano aiutarlo a interpretare e affrontare il flusso delle emozioni con maggiore serenità e saggezza.

**Proverbio:**  
*"L’albero forte resiste alla tempesta perché le sue radici sono ben piantate."* Questo significa che, per non essere travolti dagli alti e bassi, bisogna radicarsi nelle esperienze passate, nelle lezioni apprese e nella comprensione profonda di sé e degli altri.

**Morale:**  
Per una relazione onesta e trasparente con se stessi e gli altri, non si può oscillare continuamente tra il “sto bene” e il “sto male”. Occorre coltivare una memoria che permetta di interpretare le emozioni alla luce dell’esperienza e dello studio, per non dipendere esclusivamente dall'umore del momento. Solo così, come la roccia nel fiume, si può costruire una stabilità interiore capace di accogliere e condividere gli alti e bassi della vita in modo maturo e costruttivo.

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**Conclusione:**  
La lezione per gli psicologi e per chi cerca di comprendere l’altro è questa: ogni sintomo va visto come parte di un contesto più ampio. Il compito non è solo osservare il malessere o il benessere di un singolo giorno, ma capire il “perché” e il “come” di quei sentimenti nel tempo. Le emozioni, come il fiume, scorrono, ma se la relazione con il paziente è basata su saggezza, esperienza e continuità, sarà come la roccia che, stabile, sostiene e guida, senza farsi trascinare dal momento.