lunedì 5 giugno 2023

Le ultime tecniche di contenimento del dissenso.

Le nuove tecniche di contenimento del dissenso 
Di Ermanno Faccio (*) 

APRIRE LA MENTE É UN DOVERE PER CHI VUOLE DISCUTERE ED OPERARE MELLA POLITICA 

Buon pomeriggio, 
Scrivo questa annotazione, a futura memoria, per fare il punto sul livello di dialogo interno nei gruppi politici della cittadinanza attiva, che ora più che mai, ha bisogno di una grande revisione etica, decisiva e definitiva.

Siamo reduci da un decennio di trollaggi, e antitrollaggi, dove molti si mascheravano da puri e duri e molti altri da critici scettici, ostacolanti i lavori dei personaggi più spontanei e sinceri.

Tutti abbiamo imparato a comprendere che tali persone, che ostacolano il flow, e attaccano continuamente chi vuole solo semplicemente lavorare, derivano principalmente da un timore nascosto, di non poter più controllare le cose, la situazione, i dialoghi, le intese già strette e così, per prevenzione, per mantenere la propria sicurezza, si sceglie di attaccare subito i nuovi venuti, i nuovi membri di un gruppo, al fine di eliminarli o isolarli.

Siamo reduci da un'abominevole adozione di questa tecnica da parte di portavoce, assistenti,  attivisti, coordinatori e probiviri ignavi, che così facendo hanno favorito il debellare di metà movimento.

Le conseguenze le abbiamo viste. Decimazione del consenso.
Commistione con altri partiti.
Condivisione dei lavori con tecnici e portavoce trasformisti, veramente improbabili, ambigui, ambivalenti e pericolosi  come molti, ahimè, si sono rivelati (Cingorati e Sigleri, ecc.lista di 200 nomi)

Siamo quindi in presenza di troppi personaggi ambigui perché timorosi, che nulla sanno quanto sia consigliabile adottare una buona dose minimale, veramente minimale credete, di quelle doti conoscitive che possiamo chiamare: alternanze delle dinamiche sociali, gestione delle relazioni pubbliche, risoluzione dei conflitti interni, miglioramento dell'organizzazione interna, raggiungimento dei livelli ottimali di efficienza ed efficacia, gestione dei periodi alti e bassi, infusione di fiducia, mantenimento della integrità di base, studio continuo di nuove soluzioni, risoluzione dei problemi del lavoro interno, etica interna, ecc.

No. Nulla. Troppe persone risolvono la loro mancanza di una o alcune o tutte le suddette doti, necessarie per progredire un un gruppo sinergico, coeso, compatto ed integro, destinato ovviamente al successo, mediante l'uso dei soliti espedienti meramente  bullistici o mobbistici che tutti noi, da troppo tempo, e da troppi individui sinceramente ambigui, abbiamo sperimentato e continuiamo tuttora a sperimentare.

Ed ora che dobbiamo combattere le destre, apriti cielo.
Mai e poi mai, potremo battere le destre, se non raggiungeremo le virtù di gruppo sopra citate.

Facciamo un esempio che ho  recentemente vissuto, perché no.

Se tu, entrando in un gruppo, non comprendendo antefatti, e premesse oppure terminologie, dopo continui rifiuti al chiarimento, provi a chiedere rimedio scrivendo provocatoriamente ed in via definitiva nella chat del gruppo: 

« Scusa Luciana,
Io non so chi tu sia...
Potresti essere una parlamentare..
Una assistente politica..
Un'attivista..
Oppure una comica...,
Non ha importanza 
Ma ti chiedo, per cortesia, di inviare degli interventi "parlanti" ovvero che siano comprensibili per chiunque presente nel gruppo.
I tuoi attuali messaggi "morse", molto allarmistici e perentori,  che vorrebbero insegnarci che "così funziona!*, non fanno che confermare invece, che così non funziona proprio un bel niente, almeno agli occhi di un cittadino ignaro di questa oscura prassi di stesura degli atti senza condivisione a nessun livello, e per di più non più emendabili  da questo gruppo.
Forse bisogna creare una pagina dove tutti i nuovi entrati, non professionisti esperti come Te,   possano consultare un glossario e delle nozioni di premessa, che altrimenti non saprei proprio ove reperire.»


Se a questa richiesta ti rispondono:

""".....
Perdona, non è mia intenzione. 
Ma una chat non è posto da discussioni, come ben abbiamo riscontrato da anni.

Inoltre meglio scrivere su ciò che si conosce, le proprie competenze tecniche - che sicuramente ci sono - fare domande, avere risposte.
Più proficuo x tutti.

Se volete postare a ruota libera perché "io me la sento" o "a me pare che" fate pure, ma mi pare che sia OT, intasa la chat inutilmente, non serve a nullam
Leggetevi il lo scopo della chat:

*Chat per raccogliere proposte di temi da portare in parlamento e per informarvi sulla mia attività*

Es. Quanti messaggi di commento/modifica di un appello postato x adesione si/no inutilmente perché non si conosce/capisce/sfugge la comprensione del messaggio?

Nessuno nasce imparato, non c'è problema. 
Basta chiedere nel dubbio. 
Ma non si chiede. 
Si postano testi lunghissimi, memo di eventi, e via postando.
......"""

Appare evidente che la persona alla quale ci si é appellati ha così risposto:

Con la frase 
""Perdona, non è mia intenzione. **

Nega palesemente la collaborazione richiesta.

Con la frase :
""Inoltre meglio scrivere su ciò che si conosce, le proprie competenze tecniche - che sicuramente ci sono - fare domande, avere risposte.
Più proficuo x tutti.**

Attacca palesemente le persone intervenute  illazionando la mancanza di competenze tecniche. (Sic!)

Ma poi, incredibilmente, alla fine, con la frase:
"*Nessuno nasce imparato, non c'è problema. 
Basta chiedere nel dubbio. 
Ma non si chiede. ""

Nega la realtà, perché nella realtà si era postata appunto una richiesta precisa e ben delineata e l'interessata, alla fine, promette le stesse risposte richieste, poc'anzi, in partenza negate.

Un atteggiamento ricorsivo che confonde le menti.
Un negazionismo che alla fine si cerca di camuffare con collaborazionismo.
Una bipolarità, fittizia, confermata da una prevalenza soppressiva delle altrui domande.
L'uso di queste tecniche retoriche sono le stesse che in un decennio hanno fatto passare la voglia ai 9 decimi degli entusiasti dei temi reclamati da Grillo e dal sistema democratico di Rousseau lanciato da Casaleggio, di continuare ad avere a che fare con questi personaggi soppressivi interni.

Non retrocederò mai di un passo su questo assioma storico.

In verità, non vedo ancora alcuno stato virtuoso nel contesto attuale, e consiglio vivamente una calda revisione etica, per il migliore funzionamento del gruppo di discussione politica in cui  dovremmo partecipare attivamente e positivamente.

Iniziamo a parlarne. Oppure evitiamo le risposte saputelle per favore.

Grazie.

E.F.


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(*= Ermanno Faccio é uno come tanti, (ma sempre troppo pochi), che riesce a pensare molto da sé. É stato ed é tuttora parzialmente attivo nel campo 
Agrotecnico, sponsor giovanile sportivo, pioniere internazionale commerciale italiano, operaio del legno, della pietra e della ceramica, gallerista di collezioni decorative e d'arredo internazionali, designer e cultore della materia, saggista tecnico, consulente tecnico di parte, collaboratore legale, amministratore delegato, amministratore unico, vittima di usura, capo commessa, geometra, computista dell'edilizia, computista econometrico creditizio, costruttore, immobiliarista, laburista, attivista, gazebista,  scrittore di saggi legislativi, statuti e regolamenti interni per portavoce alle consiliature nelle legislature europee, nazionali, regionali e comunali, nonché camerali, infine é corrispondente di membri di organismi teologici, psicologici e psico-didattici-tecnologici italiani.

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