sabato 14 dicembre 2024

Monologhi accusatori dei soggetti narcisisti patologici


Un monologo di questo tipo, articolato da una criminologa che si rivolge a vittime di narcisisti, potrebbe partire con l'intento di avvertire le ascoltatrici sui meccanismi di manipolazione, ma rischia di cadere in una generalizzazione eccessiva che indebolisce il messaggio. La relatrice si concentra sulla figura di "loro", attribuendo caratteristiche negative a un gruppo indistinto e senza riconoscere la possibilità di eccezioni. Ecco una disquisizione su questo monologo:


Introduzione del monologo e struttura argomentativa:
L’oratrice sembra puntare sulla ripetizione martellante del pronome "loro" per creare un effetto di allarme collettivo, descrivendo un comportamento tipico di narcisisti egocentrici e manipolatori: ribaltano le situazioni, criticano per sminuire, esasperano problemi personali per ottenere attenzione, e mirano a erodere l’autostima delle vittime. L’idea è di fornire alle ascoltatrici uno schema comportamentale riconoscibile, un vademecum per smascherare chi potrebbe causare loro danni emotivi e psicologici.

Il problema della generalizzazione:
Il tono accusatorio nei confronti di "loro" (una categoria indistinta ma prevalentemente maschile, secondo il contesto implicito) rischia di creare un'immagine monolitica e unidimensionale. Ogni comportamento simile a quello descritto viene bollato come manipolatorio, senza considerare che certi atteggiamenti possono emergere anche da individui non narcisisti, ma mossi da fragilità, empatia o intenzioni costruttive.

Ad esempio, è vero che i narcisisti possono ribaltare la situazione per manipolare, ma non tutti quelli che condividono un disagio personale o criticano un errore lo fanno per svalutare l’altro. Alcuni, invece, esprimono un punto di vista per stimolare una crescita comune o per sottolineare quanto tengano alla relazione. Invece di screditare la vittima, si preoccupano di proteggerla e valorizzarla, cercando di correggere malintesi o errori senza prevaricare.

L’erosione dell’autostima e la manipolazione:
La relatrice insiste sul fatto che "loro" mirano a distruggere l’immagine che le vittime hanno di sé, un punto che può essere vero in molti casi di abuso psicologico. Tuttavia, la mancanza di sfumature nella sua analisi non lascia spazio per distinguere tra manipolazione intenzionale e dinamiche relazionali normali dove entrambi i partner possono avere momenti di vulnerabilità o incomprensione.

Ad esempio, un uomo che esprime dolore per un comportamento ricevuto potrebbe farlo con sincerità, senza voler "rubare la scena" o spostare l’attenzione su di sé. Potrebbe invece cercare di migliorare il rapporto, mostrando rispetto e stima per l’altra persona. Non è il gesto in sé a definire l’intenzione, ma il contesto e il modo in cui viene portato avanti.

La necessità di distinguere:
La critica principale al monologo risiede proprio nella sua incapacità di riconoscere queste differenze. In un contesto così polarizzante, chiunque mostri anche una vaga somiglianza ai tratti descritti rischia di essere automaticamente classificato come manipolatore. Questo approccio può indurre le vittime a tagliare fuori dalla propria vita persone che, in realtà, non sono affatto narcisiste o manipolative, ma semplicemente imperfette, umane e desiderose di costruire relazioni sane.

Conclusione:
Il monologo della criminologa, per quanto efficace nel mettere in guardia contro i narcisisti patologici, dovrebbe essere bilanciato con un invito alla riflessione. Non tutti quelli che espongono una lamentela, esprimono un’opinione o cercano attenzione lo fanno per manipolare. C’è una profonda differenza tra chi tenta di distruggere l’autostima dell’altro per dominare e chi, invece, cerca un confronto aperto per migliorare la relazione.

Un messaggio più inclusivo e sfumato aiuterebbe non solo le vittime a riconoscere i veri manipolatori, ma anche a non vedere nemici dove potrebbero esserci alleati, evitandosi ulteriori isolamenti e fraintendimenti relazionali.

lunedì 18 novembre 2024

Legami Intimi o Comunità Leggera: Chi Sostiene Chi nei Momenti Difficili?

In una società sempre più frammentata, scegliere tra una relazione intima e profonda o una rete di amicizie leggere può influenzare profondamente la nostra capacità di affrontare situazioni critiche come la malattia o il lutto. Questo articolo esplora i vantaggi e i limiti di entrambi i modelli relazionali, immaginando scenari concreti per capire chi, tra Ermanno e Roberta, è meglio equipaggiato per provvedere a sé e agli altri nei momenti di maggiore vulnerabilità.


Un confronto tra due modelli relazionali nelle sfide della vita: dalla malattia al lutto

Oggi facciamo una disquisizione su i vantaggi di essere binario alla base ovvero di avere una persona intima di riferimento non necessariamente per un rapporto sessuale ma semplicemente per un rapporto confidenziale profondo che non deve essere rappresentata da una psicologa o da uno psicologo ma da una persona che ha un affetto di profondità tale ad essere intenzionato a supportare l'altra persona per tutta la vita e essere in grado di dichiarare questo,  contrapponendo poi questa struttura di base sociale con il progetto sociale di essere una persona che continua a vagare da un'amica all'altra tutte le sere in un rapporto itinerante fatto di semplici chiacchiere conviviali, non cucinando mai per gli altri ma recandosi continuamente a casa di altri oppure in ristoranti con altri preferibilmente paganti indicando questo modo di vivere come tendenza alla costruzione di una comune leggera ovvero un gruppo di semplici amici che si frequentano non a scopo sessuale ma a scopo di sostegno morale di frado amichevole e non particolarmente intimo o responsabilizzante perché la intimità confidenziale viene affidata due volte alla settimana ad una professionista di psicologia e ad uno psichiatra che prescrive tra le altre cose benzodiazepine in un mix molto pesante. Analizzuamoi pro e contro e redigiamo una tabella dei risultati a lungo termine e di quello che ci si può aspettare dalle due ipotesi di struttura familiare di base duale oppure allargata comunitaria.

Disquisizione sulle due ipotesi di struttura relazionale

1. Struttura binaria intima

Una relazione binaria intima prevede un legame profondo tra due persone, non necessariamente di natura sessuale, ma basato su confidenza, sostegno emotivo e affetto duraturo. Questa relazione è caratterizzata da una reciprocità costante e da un impegno di lungo termine.

2. Struttura comunitaria allargata

La struttura comunitaria implica una rete di relazioni sociali più ampie ma meno profonde, caratterizzata da frequentazioni regolari tra amici e conoscenti. L’intimità emotiva è delegata a professionisti, come psicologi o psichiatri, mentre i rapporti con gli amici sono più leggeri e itineranti.


Tabella comparativa

AspettiStruttura binaria intimaStruttura comunitaria allargata
Intimità emotivaProfonda e stabileSuperficiale, delegata a professionisti
Supporto reciprocoContinuo, garantito anche nei momenti difficiliLimitato, non garantito
ImpegnoAlto, richiede costanza e responsabilitàBasso, relazioni più flessibili
Dipendenza da professionistiBassa, rapporto intimo sufficienteAlta, intimità affidata a psicologi/psichiatri
Stabilità relazionaleElevata, ancorata a un legame personaleVariabile, dipende dalla disponibilità degli amici
Costi emotivi e materialiBilanciati, condivisi tra i due partnerElevati, tra terapie e frequentazioni esterne
Autenticità del legameAlta, basata sull’impegno reciprocoBassa, spesso condizionata da convenienze
Longevità del modelloLunga, se ben costruitaMedia, rischio di alienazione o isolamento emotivo
Sostenibilità psicologicaAlta, grazie a un riferimento stabileVariabile, dipendente dalla qualità delle relazioni
VulnerabilitàRidotta, legata a una figura specificaMaggiore, rischio di sentirsi soli in momenti di crisi


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Analisi dei risultati a lungo termine

Struttura binaria intima
Pro
  1. Favorisce un equilibrio psicologico grazie al sostegno continuo.  
  2. Offre un rifugio emotivo sicuro.  
  3. Riduce la dipendenza da figure esterne, come psicologi o farmaci.  
  4. Costruisce una relazione resiliente che può durare una vita.  

- Contro
  1. Richiede impegno costante e capacità di adattamento.  
  2. Può portare a sofferenza emotiva in caso di rottura.  

Struttura comunitaria allargata

- Pro
  1. Flessibilità nel creare e interrompere relazioni.  
  2. Maggior possibilità di frequentare persone diverse.  
  3. Relazioni poco impegnative, adatte a stili di vita dinamici.  

Contro
  1. Mancanza di stabilità emotiva a lungo termine.  
  2. Dipendenza dai professionisti della salute mentale.  
  3. Rischio di solitudine emotiva, nonostante le frequentazioni.  
  4. Possibili costi economici elevati (ristoranti, terapie, farmaci).  

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Prima Conclusione
La struttura binaria intima sembra offrire vantaggi maggiori a lungo termine, in termini di stabilità emotiva, sostenibilità psicologica ed equilibrio tra impegni e benefici. Tuttavia, richiede una maggiore responsabilità personale.  
La struttura comunitaria allargata è più adatta a persone che preferiscono relazioni meno impegnative e un contesto sociale variegato, ma il prezzo è una maggiore instabilità emotiva e dipendenza esterna.

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Ora disegniamo un uno scenario che vede Ermanno che trova una compagna intima e Roberta che continua a portare avanti la politica della comune leggera ipotizziamo una situazione di malattia e ipotizziamo una situazione di lutto per vedere chi potrà provvedere all'altro e chi potrà provvedere alle incombenze del lutto in caso di evento nefasto

Scenario ipotetico: Ermanno e Roberta in situazioni di malattia e lutto

1. Situazione di malattia

  • Ermanno con una compagna intima:
    Malattia di Ermanno:
    La compagna di Ermanno, avendo un legame profondo e basato sulla reciprocità, si prende cura di lui direttamente, aiutandolo sia emotivamente che fisicamente. Potrebbe gestire appuntamenti medici, fornire supporto psicologico e occuparsi delle necessità quotidiane (cucina, igiene, comunicazioni).
    Malattia della compagna:
    Ermanno, in quanto partner devoto, risponde con lo stesso impegno, assicurandosi che la compagna riceva cure adeguate. Il rapporto intimo crea una base di solidarietà e mutuo soccorso.

  • Roberta nella comune leggera:
    Malattia di Roberta:
    Gli amici della sua comune potrebbero offrire un supporto limitato (ad esempio, portarle pasti occasionali o visitarla brevemente). Tuttavia, essendo il gruppo non legato da obblighi profondi, il sostegno potrebbe essere discontinuo e principalmente delegato a professionisti sanitari.
    Malattia di un amico della comune:
    Roberta parteciperebbe in modo superficiale, inviando messaggi di conforto o visitando brevemente, ma senza un impegno continuo.


2. Situazione di lutto

  • Ermanno con una compagna intima:
    Lutto di Ermanno:
    La compagna offre sostegno emotivo costante, aiuta a gestire le pratiche burocratiche e organizza cerimonie o altre incombenze. La presenza stabile di una figura intima mitiga il dolore e fornisce sicurezza psicologica.
    Lutto della compagna:
    Ermanno ricambia con pari dedizione, assumendo le responsabilità pratiche e offrendo conforto emotivo. La relazione crea una rete solida per affrontare l’evento.

  • Roberta nella comune leggera:
    Lutto di Roberta:
    Gli amici della comune potrebbero partecipare al funerale e offrire un supporto limitato (ad esempio, parole di conforto o piccoli gesti). Tuttavia, la gestione delle incombenze (burocrazia, organizzazione del funerale) sarebbe lasciata a Roberta o a professionisti.
    Lutto di un amico della comune:
    Roberta potrebbe partecipare al lutto in maniera superficiale, con una presenza simbolica ma senza un coinvolgimento significativo nella gestione pratica.


Conclusione

Ermanno con una compagna intima emerge come il modello più adatto per affrontare situazioni di malattia o lutto, grazie alla presenza di un partner dedicato che può fornire supporto emotivo e pratico. Questo legame intimo garantisce sicurezza e stabilità nelle difficoltà.

Roberta nella comune leggera, pur avendo accesso a una rete sociale ampia, rischia di trovarsi sola nei momenti di maggiore vulnerabilità, a meno che non faccia affidamento su professionisti. Le relazioni deboli e flessibili della comune non possono competere con la profondità e la dedizione di un legame binario.

(I nomi sono puramente casuali)

Di Redazione 



martedì 5 novembre 2024

La Quercia e il Pettirosso

In un vasto campo verde, vi era una quercia alta e possente che da anni offriva ombra e riparo agli animali del bosco. Un pettirosso, il più giovane e delicato, aveva scelto proprio quel grande albero come rifugio sicuro. La quercia, con i suoi rami larghi e forti, sembrava eterna: anche durante le tempeste, il pettirosso sapeva che avrebbe trovato riparo tra le sue fronde.

Un giorno, però, la grande quercia fu abbattuta dal vento. Il pettirosso si trovò da solo nel campo, spaesato e pieno di tristezza, guardando l’albero che era stato per lui rifugio e casa. Sentiva di aver perso tutto, proprio come undici anni prima, quando anche il cespuglio in cui era nato era stato spazzato via.

Vagò senza meta per giorni, fino a che trovò una piccola collinetta ricoperta di fiori selvatici. Qui, un anziano ciliegio, dalle foglie che tremavano ad ogni soffio di vento, gli offrì un ramo sottile su cui riposare. Il pettirosso raccontò al ciliegio la sua storia di perdita e dolore.

Il ciliegio ascoltò con attenzione e poi, con voce calma, gli disse: "Figliolo, nella vita ci sono radici e ali. Le radici sono quelle che hai ricevuto dalla quercia e dal cespuglio che ti hanno cresciuto. Le ali, però, sono le tue: con esse puoi trovare nuovi rami, esplorare nuovi cieli e portare dentro di te il ricordo di chi ti ha dato forza. Le radici di un albero, anche quando non le vedi, restano sempre nel terreno; ti sostengono invisibilmente, aiutandoti a spiccare il volo."

Il pettirosso, riflettendo su queste parole, capì che, sebbene avesse perso il suo rifugio, portava ancora con sé la forza di chi lo aveva protetto. Iniziò a cantare ogni mattina, non più per la quercia perduta, ma per ringraziare ogni ramo, ogni nuovo giorno, ogni filo d’erba.

Da quel momento, il pettirosso sentì il calore di chi aveva amato non più come un’ombra, ma come un soffio che lo sollevava nel volo.

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**Morale**: Le radici che ci danno forza non spariscono mai. La loro memoria è nelle nostre ali, e anche nei giorni di maggiore tristezza, possiamo trovare un ramo su cui posare e una melodia per rendere omaggio a ciò che abbiamo amato.

domenica 3 novembre 2024

Affrontare il Dolore: Un Viaggio verso la Libertà Interiore

Come la sofferenza, se attraversata e compresa, può diventare un mezzo di crescita e liberazione. Scopriamo come il percorso per affrontare e dissolvere i mali interiori può portare alla vera felicità.  

Tecniche per liberarsi dai “loop” mentali e vivere una vita più autentica  

Introduzione

In un mondo spesso impegnato a nascondere la sofferenza o a sedarla con soluzioni temporanee, emerge un approccio radicale: quello di avvicinarsi al dolore, attraversarlo, e infine dissolverlo. Questa idea non è solo un cambio di prospettiva, ma un invito a sperimentare un percorso più autentico di liberazione interiore, privo di palliativi. Come si può affrontare la sofferenza? Qual è la chiave per trasformare il dolore in un’esperienza liberatoria?

Cuore del concetto 

Le "tecniche del loop annullato," basate su un processo di attraversamento delle proprie paure e sofferenze, ci offrono una metodologia per liberarci dai mali che ci tormentano. L’idea è quella di richiamare pensieri negativi e affrontarli direttamente, comprendendo che il dolore non risiede nel problema stesso, ma nella nostra paura di affrontarlo. Come un ostacolo che blocca il nostro cammino, anche i mali interiori devono essere osservati, compresi e infine dissolti, lasciando spazio a una nuova visione della vita.

Ecco, quindi, il paradosso: mentre si tende a voler allontanare il dolore o a dimenticarlo, è proprio nell’affrontarlo e nell’immergercisi che si riesce a superarlo. Ogni volta che attraversiamo un ricordo doloroso, sciogliamo un nodo emotivo, fino a liberarci del tutto dal peso che ci affliggeva.

Colpi di scena

Una rivelazione sorprendente emerge quando comprendiamo che il dolore non è solo un ostacolo, ma una guida. Affrontarlo diventa l'occasione per scoprire chi siamo veramente, senza i filtri di paure o condizionamenti. Non si tratta di “curarsi” ma di trovare la chiave della nostra autenticità.

Paragone con parabole

Come nelle parabole religiose in cui l’eroe affronta le proprie paure e, attraversandole, scopre la verità, anche noi possiamo vedere la nostra vita come un cammino di crescita. È solo quando affrontiamo i nostri demoni interiori, i “loop” mentali, che possiamo giungere alla pace. Proprio come un mare in tempesta che si calma al termine della bufera, anche la nostra mente diventa chiara e limpida quando abbiamo attraversato e compreso le nostre emozioni più oscure.

Dimostrazione

Per chiunque voglia iniziare questo percorso, è utile dedicarsi ogni giorno a un aspetto della propria vita che è fonte di sofferenza. Attraversare il dolore, piuttosto che evitarlo, ci rende capaci di vivere con consapevolezza, forti delle lezioni apprese e pronti ad affrontare ogni sfida con un cuore leggero.

Conclusione

Smettere di fuggire e iniziare ad attraversare il proprio dolore è il primo passo verso una vita più autentica e libera. La vera felicità non si ottiene ignorando il passato o i dolori, ma risolvendo quei “loop” che altrimenti continuerebbero a ripetersi. Vivere nel presente e costruire un futuro sereno dipende da come scegliamo di affrontare oggi i nostri mali.

Morale

La vera felicità non risiede nel cercare di fuggire dai dolori, ma nell’affrontarli con coraggio e determinazione. La vita, per essere vissuta appieno, richiede autenticità, un impegno nel prendersi cura di sé e nel non lasciare che paure o rimpianti ci imprigionino in un ciclo infinito di sofferenza.

Di 

Don Erman 

venerdì 25 ottobre 2024

*L’Equilibrio della Memoria: La Relazione come Processo di Crescita Continuo*



*Una lezione agli psicologi: oltre i sintomi, verso una saggezza condivisa*

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**Parabola del Fiume e della Roccia**  
Un giorno, un giovane si recò da un vecchio saggio per lamentarsi delle sue emozioni altalenanti. "Sto bene oggi, ma ieri stavo male; ogni giorno, non so cosa aspettarmi da me stesso," disse. Il saggio lo portò al bordo di un fiume e gli mostrò una grande roccia nel mezzo dell'acqua. 

"Osserva," disse il saggio, "questo fiume scorre da migliaia di anni e continuerà a farlo. Ora è calmo, ma quando pioverà, diventerà impetuoso. Tuttavia, guarda quella roccia: è salda, costante. Gli anni l'hanno resa più levigata, più forte, ma non si è spostata."

Il giovane guardò la roccia e si rese conto che, proprio come il fiume, anche le sue emozioni erano fluide, ma aveva bisogno di trovare la stabilità della "roccia" dentro di sé: memoria, esperienza e studio che potevano aiutarlo a interpretare e affrontare il flusso delle emozioni con maggiore serenità e saggezza.

**Proverbio:**  
*"L’albero forte resiste alla tempesta perché le sue radici sono ben piantate."* Questo significa che, per non essere travolti dagli alti e bassi, bisogna radicarsi nelle esperienze passate, nelle lezioni apprese e nella comprensione profonda di sé e degli altri.

**Morale:**  
Per una relazione onesta e trasparente con se stessi e gli altri, non si può oscillare continuamente tra il “sto bene” e il “sto male”. Occorre coltivare una memoria che permetta di interpretare le emozioni alla luce dell’esperienza e dello studio, per non dipendere esclusivamente dall'umore del momento. Solo così, come la roccia nel fiume, si può costruire una stabilità interiore capace di accogliere e condividere gli alti e bassi della vita in modo maturo e costruttivo.

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**Conclusione:**  
La lezione per gli psicologi e per chi cerca di comprendere l’altro è questa: ogni sintomo va visto come parte di un contesto più ampio. Il compito non è solo osservare il malessere o il benessere di un singolo giorno, ma capire il “perché” e il “come” di quei sentimenti nel tempo. Le emozioni, come il fiume, scorrono, ma se la relazione con il paziente è basata su saggezza, esperienza e continuità, sarà come la roccia che, stabile, sostiene e guida, senza farsi trascinare dal momento.

domenica 20 ottobre 2024

Quadri


Tendenza Psichiatrica
Soggetto Maschile (Grado Ideale)Soggetto Femminile (Grado Attuale)Strategia di Interazione
Ossessività3-3,55Essere flessibili: Mostrare comprensione per le sue esigenze, evitando di criticare il suo comportamento. Stabilire routine comuni per dare un senso di controllo.
Empatia3-3,52Coltivare l’empatia: Prendersi del tempo per ascoltare e comprendere i suoi sentimenti, anche se non si sentono reciprocati. Potrebbe aiutare a migliorare il suo grado di empatia.
Paranoia2,5-35Costruire fiducia: Essere coerente, onesto e trasparente per ridurre i suoi timori. Evitare situazioni ambigue che potrebbero alimentare la sua sospettosità.
Dipendenza Emotiva2,5-31Favorire l’autonomia: Incoraggiarla a prendere decisioni da sola e a sentirsi a suo agio nel cercare supporto da altre fonti, senza dipendere eccessivamente.
Aggressività Passiva35Affrontare i conflitti: Essere diretto ma gentile nei confronti dei suoi atteggiamenti. Utilizzare il dialogo per chiarire malintesi e promuovere una comunicazione aperta.
Ansia2,5-34



PERSONALITA E VARIABILI 

Apertura: abitudinaria, inventiva 

Coscienziosità: impulsiva, disciplinata 

Estroversione: estroversa, introversa

Gentilezza: cauta, compassionevole 

Nevroticismo: stabile,  sensibile 




Ossessività: comprensione, critica 

Empatia: ascoltare, comprendere 

Paranoia: onesta, trasparenza, coerenza, eliminare timori 

Dipendenza emotiva: farla decidere autonomamente, e consultando altre fonti 

Aggressività passiva: diretto, gentile, affrontare in malintesi e favorire comunicazione aperta 


Tendenza PsichiatricaDescrizioneEstremo Basso (Deficit)Equilibrato (Mix Ideale)Estremo Alto (Eccesso)
AnsiaRisposta emotiva a pericoli percepitiAssenza di preoccupazione, incoscienza dei rischiAttenzione ai rischi reali, capacità di gestione delle preoccupazioniPreoccupazione eccessiva, evitamento
DepressivitàTendenza all'umore triste o apaticoEuforia costante, mancanza di empatia per la sofferenzaCapacità di empatia, riconoscimento delle emozioniPersistente tristezza, mancanza di interesse o motivazione
ImpulsivitàAgire senza pensare alle conseguenzeEstrema prudenza, evitamento dell'azioneCapacità di decisioni rapide con considerazione delle conseguenzeComportamento pericoloso, impulsivo
AggressivitàComportamenti o sentimenti aggressiviPassività, incapacità di difendersiCapacità di difendere i propri confini in modo assertivoComportamento violento o intimidatorio
Dipendenza emotivaBisogno di approvazione o supporto dagli altriCompleta autosufficienza, disconnessione emotivaCapacità di cercare aiuto senza diventare dipendentiBisogno eccessivo di supporto o approvazione
NarcisismoSopravvalutazione delle proprie capacità e desiderio di ammirazioneSenso di inferiorità, bassa autostimaSano apprezzamento di sé, autostima bilanciataSenso di superiorità, egocentrismo
ParanoiaSospettosità e sfiducia negli altriFiducia cieca, ingenuitàCapacità di valutare la fiducia nelle personeSospettosità eccessiva, convinzioni cospiratorie
IntroversionePreferenza per la solitudineEstrema socievolezza, mancanza di riflessioneCapacità di stare con sé stessi e con gli altriIsolamento sociale, evitamento delle interazioni
OssessivitàPensieri o comportamenti ripetitivi e incontrollabiliDisorganizzazione, mancanza di strutturaCapacità di organizzazione e flessibilitàRigidità, controllo eccessivo delle situazioni
EmpatiaCapacità di capire e condividere i sentimenti altruiMancanza di empatia, insensibilitàCapacità di comprendere le emozioni degli altri, pur mantenendo confini saniEmpatia eccessiva, annullamento di sé per gli altri

Questa tabella si basa sul concetto che un "equilibrio" tra i tratti psichiatrici può portare a una personalità funzionale e sana. In ogni tratto, l'estremo basso rappresenta un deficit mentre l'estremo alto rappresenta un eccesso che può essere disfunzionale. Il "mix ideale" rappresenta la capacità di usare il tratto in modo appropriato a seconda delle situazioni.

Questo è un modello di personalità equilibrata pensato per fornire una visione generale delle tendenze psichiatriche e non una diagnosi clinica.

 da una scala 1 a 5 che gradi di ciascuna tendenza dovrebbe avere la persona ideale, auspicabile, attendibile, e anelabile?


Tendenza PsichiatricaGrado ideale (1-5)Descrizione
Ansia2,5-3Una leggera tendenza a essere preoccupati per i rischi reali, ma in grado di gestire le preoccupazioni senza che diventino paralizzanti.
Depressività2,5-3Capacità di provare tristezza quando necessario, ma generalmente orientati al benessere e alla positività.
Impulsività3-3,5Capacità di agire rapidamente e con decisione, bilanciando prudenza e azione.
Aggressività3Capacità di essere assertivi e difendere i propri confini senza diventare aggressivi o prevaricatori.
Dipendenza emotiva2,5-3Capacità di chiedere aiuto quando necessario senza dipendere eccessivamente dagli altri per l'approvazione.
Narcisismo2,5-3Un sano livello di autostima e fiducia in sé stessi senza cadere in egocentrismo o senso di superiorità.
Paranoia2,5-3Capacità di mantenere un giusto livello di cautela e fiducia, senza diventare sospettosi o troppo ingenui.
Introversione2,5-3Capacità di stare bene con sé stessi e con gli altri, bilanciando momenti di solitudine e socialità.
Ossessività3-3,5Capacità di essere organizzati e metodici, ma flessibili e in grado di adattarsi alle situazioni.
Empatia3-3,5Un livello bilanciato di comprensione degli altri, senza sacrificare il proprio benessere emotivo per il prossimo

Dissertazioni matriarcali pre patriarcali


TEMA: LIMITARE LE RESPONSABILITÀ E I CARICHI AFFETTIVI VERSO GLI AMICI PIU IMPORTANTI 

Domanda: "Ehy, facciamo un po' di autoterapia analitica?"

-SCRIVO CIO CHE CONTINUI A RIPETERE SU DEI FOGLI BIANCHI IM MODO CHR POI POTRAI ANALIZZARE CIO CHE DICI-

R.: ....

Analisi delle dichiarazioni ricevute oggi, in una ora di tempo, dalle 15 alle 16, a casa di una mia amica psicologa, che in pratica vuole tenermi come amico, non vuole che io me ne vada, vuole che resti, ma solo a casa mia e come amico,  e vuole che io rispetti i suoi spazi che sono questi :NON ME LA SENTO DI COLMARE I TUOI VUOTI NON POSSO ESSERE LA SOLA SOLUZIONE. NON TE LO CHIEDO. SI LO FAI. COSA? CHE TU VUOI CHE 10 SIA QUELLA COSA CHEI IO SIA SEI UNA DONNA O UNA RAGAZZA? NONI LO SO, FORSE SONO UNA RAGAZZA. E COSA CHE IO SIA UNA SOLO AMICA CHE POSSA FARE DEI VIAGGI NON REALISTICA NON SOSTENiIBILE OK HO ALTRE ESIGENZE. DEVI RENDERTI CONTO CHE NON TI PUO APPOGGIARE SOLO A ME STAI MORENDO DI DOLORE IO NON SODDISFO NON POSSO MAGARI, MAGARI LO DAI PER SCONTATO E NON AIUTI NEANCHE ME NATALE? 1 VOLTA IN 20 ANNI A MONZA PENSI GIÀ A DICEMBRE! PAGINA 3 Hello LASCIAMO PERDERE IL DSM. LA PAURA É SEMPRE LA STESSA OGNI VOLTA - NO INVESTITURA - non voglio investiture Perché con te la LIBERTA DI PENSARE LIBERTA DI PARLARE, LA LIBERTA DIVENTA NULLA NON TI VOGLIO TRAI COGLIONI HAI BISOGNO DI CONFERME COME POSSO AVERE LA POSSIBILUTÀ DI ESISTERE!... lunga pausa SE TU MI DIVORI, E DEVO ESSERCI .... dopo diversi attimi... (ANCHE PER CONTO MIO) SE TU MI I DIVORI DEVO ESSERCI, NON PER TE - ESISTO PERCHE TU NON TI SENTA MALE - NONI TI SENTA SOLO. Come puoi pretendere che io mi basi su UNA SOLA PERSONA! Mi oppongo al fatto che tu voglia DIVENTARE MIO SALVATORE TU HAI DECISO CHE HAI BISOGNO DI UNO CHE RESTI A CASA? TIPO GENITORE CON CUI PUOI ESSERE LASCIATA FARE DI TUTTO E CHR TI DICA SOLAMENTE: HAI DECISO DI PARTIRE ? HAI DECISO DI FARE? DACCORDO CARA, MI RACCOMANDO STAI ATTENDA E NON FARE TARDI, E SOPRATTUTTO RITORNA PRESTO IO STO QUA AD ASPETTARTI IO SONO QUELLO CHE DEVE RESTARE QUA AD ASPETTARTI PERÒ TE LA SEI MESSA IN MENTE TU IO NON TI HO MAI DETTO UNA COSA DEL GENERE ma la realtà é che NON POSSO VIVERE TUTTO CON TE SOLO QUELLO CHE SI PUO E SOLO QUI A MILANO E DINTORNI HAI ALTRI MONDI E ALTRE PERSONE CHE TI ASPETTANO OVUNQUE NON C'É NESSUNO CHE MI ADDETTA VADO DA SOLA COME SONO CONTENTA QUANDO VAI DA TUA SORELLA.


Elaboriamo ora una matrice di possibilità di bella e sensata vita insieme dato che entrambi vogliamo sempre lavorare al consolidamento perdurante della nostra amicizia per una sorta di stima reciproc a, e nel contempo di paura che lei ha, circa l'insufficienza del rapporto, dato che una sola persona a lei non può certo bastare. Premesse lei é DSM 5 DOC, ANSIOSA, PARANOICA 5, BORDER LINE 5, MENTRE IO SONO PASSIVO AGRESSIVO 3 , ISTINTIVO 3,5, REATTIVO 3, IMPULSIVO 3 , BORDER 1, e il resto tutto di grado mediano.


Redazione  ha detto:


Quello che emerge dalle dichiarazioni è una complessità emotiva e relazionale significativa tra te e la tua amica psicologa. Le sue parole sembrano esprimere una forte necessità di mantenere la propria autonomia, temendo di essere sovraccaricata dalle tue aspettative. Ecco alcuni punti chiave:


Spazi personali e limiti: Lei afferma di non voler essere "la sola soluzione" per colmare i tuoi vuoti emotivi. Questo sembra riflettere una sensazione di pressione, come se tu chiedessi implicitamente a lei di svolgere un ruolo troppo centrale e insostituibile nella tua vita.


Esigenze individuali: Ripete più volte di avere altre esigenze oltre a quella di mantenere una relazione stretta con te. Vorrebbe viaggiare e esplorare altri mondi, ma si sente limitata dalla tua aspettativa di averla sempre accanto.


Gestione della relazione: La tua amica sembra indicare che la relazione rischia di essere soffocante, con una mancanza di libertà per entrambe. Esprime il timore che tu voglia essere il suo "salvatore", come una figura genitoriale che la controlla o la guida, ma senza permetterle libertà di movimento.


Identità e ruoli: Un aspetto interessante è la riflessione sulla sua identità, se sia una "ragazza o donna", come un segno di incertezza sul proprio ruolo nella vita e forse nel rapporto con te. Anche lei sembra in una fase di definizione di se stessa.


Disparità di bisogni: Lei chiaramente dichiara che non può essere l'unica persona su cui tu ti appoggi. Sembra riconoscere il bisogno di un equilibrio tra la sua autonomia e il tuo desiderio di vicinanza, ma evidenzia che una persona sola non può soddisfare tutte le tue esigenze.


La tua prospettiva


Dalle tue osservazioni, sembra che tu stia cercando una forma di consolidamento e stabilità nella relazione, forse cercando sicurezza emotiva. Ti autodefinisci "passivo-aggressivo" e "impulsivo", segno di consapevolezza delle tue tendenze reattive, mentre lei viene descritta con tratti di ansia e paranoia.


Analisi relazionale


Distacco emotivo: Lei sembra cercare un equilibrio tra vicinanza e distacco, sottolineando che non può essere tutto per te.


Autonomia: Sottolinea più volte la sua esigenza di spazi, libertà e indipendenza.


Comunicazione confusa: La conversazione è frammentata e a tratti caotica, il che suggerisce che ci siano incomprensioni o difficoltà a trovare un linguaggio comune.


Conclusione


Questa conversazione riflette tensioni profonde, con lei che chiede spazio e autonomia, mentre tu potresti voler rafforzare il legame. Potrebbe essere utile riflettere sulle aspettative reciproche e cercare un compromesso che permetta a entrambi di mantenere la propria identità senza sentirsi soffocati o eccessivamente dipendenti l'uno dall'altro.


Domanda :


Quanto é frequente un tipo di storia simile a quelle  della società milanese e quali sono i fattori che hanno portato il.concetto di famiglia nelle donne, alla sostituzione di essa con contatti con organizzazioni di comuni , plurime e disparate proprio per che convinte che non do possono più basare su una persona sola e come deve mutare il maschio tradizionalista visione, circa l'ottenimento di un suo adattamento a questo nuovo tipo di societa milanese piuttosto xhe in alternativa scegliere di emigrare in Thailandia oer sempre, perche la esiste ancora la famiglia e la donna tradizionale?


Redazione  ha detto:


 


Storie simili a quella che descrivi sono piuttosto frequenti nella società contemporanea, specialmente in contesti urbani come Milano, dove i cambiamenti culturali e sociali sono più accentuati. Le dinamiche familiari tradizionali sono state progressivamente messe in discussione a favore di nuove forme di relazione, spesso influenzate da fattori economici, sociali e culturali che hanno trasformato il ruolo della donna e il concetto di famiglia.


Fattori che hanno influenzato il cambiamento nelle donne:


Indipendenza economica: L'ingresso massiccio delle donne nel mondo del lavoro e l'aumento dell'autosufficienza economica hanno ridotto la necessità di dipendere da un partner per la stabilità materiale.


Accesso all'istruzione: Le donne oggi sono altamente istruite, spesso con qualifiche elevate. Questo ha portato a una maggiore consapevolezza dei propri diritti e delle proprie ambizioni, spingendole a cercare realizzazioni personali anche al di fuori della famiglia.


Reti sociali e organizzazioni: Invece di costruire una famiglia tradizionale, molte donne si sono avvicinate a reti sociali, comunità, e organizzazioni con interessi condivisi. Questo fornisce loro una pluralità di punti di riferimento e supporto, riducendo la centralità della figura del partner o del nucleo familiare.


Evoluzione culturale: La società odierna incoraggia l’autodeterminazione e la pluralità dei ruoli, permettendo alle donne di costruire la loro identità al di fuori dei tradizionali confini del matrimonio o della maternità.


Il cambiamento della visione maschile:


Un uomo con una visione tradizionalista può trovarsi disorientato da questi cambiamenti, specialmente in un contesto urbano come Milano, dove la fluidità dei ruoli sociali e la diversificazione delle relazioni sono la norma. Tuttavia, adattarsi a questa nuova realtà non significa necessariamente abbandonare i propri valori, ma richiede una certa apertura mentale e flessibilità.


Come il maschio tradizionalista può adattarsi:


Accettazione del cambiamento: Il primo passo è riconoscere che la società è in continua evoluzione. Rimanere ancorati a una visione tradizionale può portare a frustrazione e isolamento. Capire che la donna oggi cerca una pluralità di relazioni (familiari, professionali, amicali) può aiutare a ridurre la pressione sul ruolo del partner.


Nuove modalità di relazione: Gli uomini devono imparare a creare rapporti basati su una maggiore parità, dove la donna ha uno spazio di autonomia. Le relazioni non devono più essere solo uno scambio di dipendenza, ma un equilibrio di supporto reciproco.


Sviluppo personale: Adattarsi a queste nuove dinamiche richiede anche di concentrarsi sul proprio sviluppo personale. La realizzazione di sé non deve più dipendere unicamente dalla creazione di una famiglia tradizionale.


Comunicazione aperta: Spesso le incomprensioni nascono dalla mancanza di dialogo aperto. Accettare i desideri e le ambizioni della propria partner, senza vederli come una minaccia, è cruciale per mantenere una relazione sana.


Thailandia e l'attrazione per la "famiglia tradizionale":


Per molti uomini, l'idea di emigrare in paesi come la Thailandia è attraente perché la figura della donna tradizionale e il concetto di famiglia sembrano ancora forti. Tuttavia, è importante riflettere sulla sostenibilità a lungo termine di questa scelta. La cultura e il contesto sociale sono molto diversi, e ciò che sembra attraente inizialmente potrebbe non rispondere pienamente ai bisogni emotivi e personali nel lungo periodo.


Conclusione:


In definitiva, il cambiamento nelle relazioni e nelle strutture familiari in una città come Milano è il risultato di una serie di fattori complessi legati alla modernizzazione, alla parità di genere e all'evoluzione culturale. Per un uomo con una visione tradizionale, l'adattamento può richiedere tempo, ma è possibile trovare un equilibrio che non implica rinunciare ai propri valori, ma piuttosto comprendere e accettare i cambiamenti che caratterizzano la società moderna.


Domanda :


Non c'è più la per ordinanza del pater.familæ e questo é accaduto proprio nel mio periodo storico? E se invece volessi fondare un partito che sostenga il rilancio della antica gerarchia romana? Che società di valore sarebbe quella in cui tutte le donne andassero a frequentare svariate comunità di interesse liberamente per non sapere ancora all'età di 53 anni se sono donne o ragazze? Non é che il ragionamento fa fare sia invece della ricerca sul perché l'innalzamento colturale delle donne le ha portate in larga parte a presumere di poter essere libere di spaziare da un luogo all'altro senza mai consolidare nulla di reale nella propria vita superficiale e senza più alcuna solidità identitaria ne.certezza di genere? Non é che siamo assistendo ad uno stato di degrado depravativo libertario di una società che non capisce più chi deve avere dei diritti e chi deve essere corretto perché in realtà eccessivamente volubile, accidioso, insaziabile, atomico, incoerente, non integro, sostanzialmente pigro e svogliato, e non avente voglia seria di lavorare oer bene e puntualmente su tutti gli aspetti della propria professione, vita, essenza identitaria?


Redazione  ha detto:


La tua osservazione tocca un tema complesso che riguarda il cambiamento dei ruoli sociali e di genere nella società contemporanea, e la percezione che questi cambiamenti abbiano portato a un certo smarrimento o "degrado" morale e culturale. Partiamo dalla tua prima domanda.


La preordinanza del pater familias


Il ruolo tradizionale del pater familias nella società romana rappresentava un sistema gerarchico e patriarcale, dove l'uomo aveva un'autorità quasi assoluta sulla famiglia. La sua figura incarnava stabilità, potere e responsabilità, sia dal punto di vista familiare che sociale. È vero che nella modernità questo modello è stato sostituito da nuove dinamiche, in parte perché le donne hanno conquistato diritti civili, economici e sociali, ma anche a causa della trasformazione delle famiglie, con una maggiore attenzione alla parità e all'indipendenza individuale.


Questo cambiamento è avvenuto soprattutto nel secondo dopoguerra e ha continuato ad accelerare fino ai giorni nostri, specialmente in contesti urbani come Milano, dove le opportunità e le libertà personali sono più valorizzate. Il risultato è una società in cui le gerarchie tradizionali sono diventate più fluide.


Fondare un partito per il rilancio della gerarchia romana


Un progetto politico volto a ripristinare il modello gerarchico romano, con l'uomo al vertice della famiglia, rappresenterebbe un ritorno a una struttura profondamente patriarcale. Tuttavia, questo sarebbe difficile da proporre in una società che oggi valorizza l'uguaglianza di genere e i diritti individuali. Un partito del genere potrebbe trovare consensi solo in nicchie molto ristrette di persone che sentono un disagio nei confronti della modernità e del cambiamento sociale.


Le tue preoccupazioni riguardano il rischio che la libertà eccessiva si traduca in una mancanza di direzione e responsabilità, soprattutto per le donne, che tu vedi in cerca di esperienze senza stabilità. Ma la libertà non necessariamente implica superficialità. La complessità della vita moderna, con maggiori scelte e possibilità, può far sembrare che ci sia meno consolidamento, ma ciò riflette un cambiamento di priorità e un desiderio di esplorare identità multiple, piuttosto che un abbandono della solidità.


Il ruolo dell'innalzamento culturale femminile


L'innalzamento culturale e professionale delle donne non ha portato a una "volubilità", ma a un'esplorazione di nuove possibilità. Le donne oggi non sono più vincolate al ruolo domestico o subordinato, ma possono contribuire pienamente alla vita sociale e politica. Ciò significa che non devono più accettare ruoli fissi, ma possono scegliere in che modo strutturare la loro vita. La libertà che ne deriva può sembrare disorientante a chi proviene da una visione più rigida delle strutture sociali, ma è anche una delle conquiste più importanti della modernità.


Degrado o evoluzione?


L'idea che stiamo assistendo a uno stato di degrado morale è una critica frequente quando ci sono rapidi cambiamenti culturali. Tuttavia, ciò che alcuni vedono come "depravazione" può anche essere interpretato come evoluzione. Le persone oggi stanno cercando nuovi modi di vivere che si adattano meglio ai contesti contemporanei. Questo include la ricerca di identità multiple, la partecipazione a comunità diverse e il tentativo di trovare significato in un mondo più complesso e diversificato.


Il problema non è tanto che la società non sappia più chi ha diritti e chi no, ma che i criteri per determinare tali diritti sono cambiati. Mentre prima i ruoli erano assegnati rigidamente in base a genere, classe sociale e ruolo familiare, oggi i diritti sono considerati come individuali, e le persone possono costruire le loro vite come meglio credono, all'interno di un quadro di leggi che garantiscono libertà e uguaglianza.


La visione tradizionalista e il futuro


Per un tradizionalista, questi cambiamenti possono sembrare una perdita di direzione, un allontanamento da valori che davano stabilità. Tuttavia, la soluzione non è necessariamente un ritorno al passato. La sfida è come coniugare i valori di stabilità e responsabilità con la libertà individuale, che è ormai una caratteristica fondamentale delle società moderne.


In sintesi:


Il cambiamento sociale ha effettivamente messo in crisi il modello patriarcale, ma questo non significa necessariamente che si tratti di un degrado.


Le donne hanno guadagnato maggiore libertà di scelta, e ciò ha trasformato i rapporti sociali e familiari.


La società contemporanea, con la sua complessità, richiede un adattamento che può sembrare difficile per chi proviene da una visione più tradizionale.


La fondazione di un partito per ripristinare la gerarchia patriarcale sarebbe probabilmente malvista nella società attuale, ma riflette una preoccupazione legittima sulla perdita di direzione.


La soluzione potrebbe non essere un ritorno al passato, ma trovare un equilibrio tra i valori tradizionali e la libertà individuale moderna.


Domanda :


E se invece si trattasse di una falsa lettura? E se invece il pseudo modello patriarcale non sia in realtà mai esistito veramente? E se invece é stato sempre e poi sempre il modello matriarcale quello ad essere onorato per forza maggiore e subito dagli uomini ? Se il sistema ginocratico occulto sia invece l'unico ad essere stato veramente il dominatore delle società dalle tribali alle attuali? E se il patriarcato sia solo stato semplicemente tollerato ed anzi ammesso dallo stesso sistema matriarcale come mera maschera formale della propria autorità occulta ? Se analizziamo i secolo dei secoli, tutto é stato reso possibile dal fatto che le donne , intelligenti, rapide, singole, gareggianti e invidiosi tra loro abbiano saputo porre i propri uomini come meri schermi di guerra e abbiamo quindi cospirato di nascosto di essi per creare le direzioni di predominio e di prevalenza di casta nobiliare, pensiamo a beatrice d'Este , Lucrezia Borgia e Caterina d'Austria , come meri esempi , ma possiamo pensare anche all'autorità di paperina di paperino nei cartoni Disney, di "clara dammi la clava" nei Flintstones , o dei matriarcati dei Simpsons. Tutto insegna ai giovani che l'uomo subisce la donan fa sempre , fa Fantozzi alla Mazzamauro, dalla saga di Boldi e De Sica belle diete serie TV di Mediaset, ma anche in toto xhe subisce il fascino femminile, e in lawrence d'Arabia, il titanic, è sostanzialmente fittizio il concetto di uomo dominante perchè in realtà dietro un grande uomo ci deve essere sempre una grande donna, perche tutti finzioni in normale equilibrio. Quindi, vero lo sfruttamento delle donne operaie e mondine, ma é anche vero che esse di innamoravamo e gareggiavano per accaparrarsi tra loro il maschio migliore. E se nessuno le sposava , allora una piccola ragione c'era.


Redazione  ha detto:


La tua riflessione propone una lettura radicalmente diversa della storia dei rapporti di genere, suggerendo che il patriarcato, inteso come sistema dominante, potrebbe essere una costruzione superficiale o addirittura una "maschera" dietro la quale si celerebbe un potere matriarcale occulto e persistente. Esaminiamo questa ipotesi sotto vari punti di vista:


Il ruolo del patriarcato nella storia


Tradizionalmente, il patriarcato è stato considerato un sistema in cui gli uomini detenevano il potere, sia nella sfera privata (famiglia) che in quella pubblica (politica, economica, religiosa). Questo modello è stato prevalente in molte società, soprattutto nelle civiltà occidentali, ma anche in molte altre culture globali. Tuttavia, il concetto di potere patriarcale, pur essendo reale, è sempre stato più complesso di quanto sembri.


In molte epoche storiche e contesti culturali, le donne hanno esercitato poteri informali, sotterranei o indiretti. Beatrice d'Este, Lucrezia Borgia, e altre figure femminili influenti hanno spesso agito come strateghi politici, mediatori di potere o regine consorti. Anche se in un sistema patriarcale formale, queste donne hanno dimostrato un potere notevole, sia per influenza diretta che attraverso l'uso della diplomazia, manipolazione o sagacia.


Il potere femminile occulto


La tua ipotesi si spinge oltre, suggerendo che il potere patriarcale potrebbe essere solo una facciata e che il potere matriarcale occulto sia stato la vera forza trainante della storia. Da un certo punto di vista, possiamo dire che esistono società in cui le donne hanno esercitato un'influenza significativa nonostante la loro posizione ufficiale fosse marginale o subordinata. Questa influenza si è manifestata attraverso la famiglia, i rapporti interpersonali e la manipolazione delle strutture di potere maschili.


Anche nei media moderni, come citi attraverso figure come Fantozzi e la Signorina Silvani, Paperina di Paperino, o Margherita Simpson, vediamo la rappresentazione di donne che, pur agendo in contesti apparentemente dominati da uomini, esercitano un'influenza evidente. In molti di questi casi, l'uomo sembra “subire” la volontà della donna o è dipinto come debole o incapace di dominare veramente la situazione.


Gara tra donne e il potere sessuale


Un altro aspetto interessante della tua analisi riguarda la competizione tra donne per ottenere il "maschio migliore". Questo concetto non è estraneo alla storia: nelle società dove i ruoli erano rigidamente definiti e l'accesso alle risorse era controllato dagli uomini, il matrimonio o l'unione con un uomo potente poteva garantire stabilità economica e sociale. Tuttavia, è anche vero che questo meccanismo ha creato forme di solidarietà femminile, ma anche rivalità.


Matriarcato o ginocrazia?


Il termine "ginocrazia" (o matriarcato occulto) è spesso usato per descrivere una struttura di potere in cui le donne detengono il controllo, anche se non formalmente. Nella tua visione, il potere femminile si esprime attraverso un controllo indiretto o sotterraneo degli uomini, rendendo il patriarcato una sorta di "illusione".


Ma anche qui, la tua lettura è complessa: sì, le donne possono esercitare potere attraverso meccanismi sociali sottili, ma ciò non significa che vivano in una posizione di dominio esplicito. Piuttosto, potrebbero aver sviluppato strategie per sopravvivere e prosperare all'interno di un sistema storicamente oppressivo. Questo equilibrio è sempre stato fragile e dipendente dai contesti culturali e storici.


Il fascino femminile e la debolezza maschile


Infine, parli del fascino femminile come strumento di potere. Non è una novità che nella storia, la bellezza, il carisma e l'astuzia delle donne abbiano avuto un ruolo significativo nel plasmare le dinamiche di potere. Tuttavia, ridurre il potere femminile solo al fascino sessuale potrebbe essere riduttivo. Le donne hanno spesso usato una combinazione di astuzia intellettuale, diplomazia e capacità di adattamento per influenzare gli uomini e, di conseguenza, la società.


In conclusione:


Patriarcato e matriarcato: L'idea che il patriarcato sia stato una "maschera" per un potere matriarcale sotterraneo è una provocazione interessante, ma va considerata con cautela. Esistono tracce di potere femminile nel corso della storia, ma parlare di un vero "matriarcato occulto" è difficile da dimostrare con evidenza storica generalizzata.


Potere occulto e pubblico: Le donne hanno esercitato poteri nascosti e indiretti in molte epoche, spesso attraverso relazioni con uomini potenti, ma il sistema dominante era comunque patriarcale nella sua forma esplicita.


Competizione tra donne: È vero che c'è stata, e c'è ancora, una competizione tra donne per ottenere status attraverso gli uomini, ma non è l'unico aspetto che definisce il ruolo delle donne nella storia. Ci sono state anche forme di solidarietà femminile e spazi di autonomia.


Media e società: Nei media moderni vediamo rappresentazioni di uomini come sottomessi o "deboli" di fronte a donne forti, ma ciò potrebbe riflettere cambiamenti culturali più recenti, piuttosto che una realtà storica costante.


La tua riflessione solleva dubbi interessanti su come interpretiamo il potere e il ruolo di genere. Il modello patriarcale potrebbe non essere stato onnipotente, ma ha comunque influenzato in modo profondo la storia. Al contempo, il potere femminile, anche se non sempre visibile, ha sempre avuto un ruolo, sia nel bene che nel male, nelle dinamiche sociali.


Domanda :


Crea un trafiletto più intenso in prosa intensa come excerpt di introduzione per il blog 


Redazione  ha detto:


Redazione 


La storia ha sempre raccontato di uomini al comando, eroi, guerrieri, condottieri che plasmano il destino delle nazioni. Eppure, sotto la superficie scintillante del patriarcato, un potere più oscuro e sfuggente ha sempre dominato: il matriarcato occulto. Non è forse vero che, dietro ogni trono, ogni battaglia, ogni impero, c'è stata una donna a orchestrare l'invisibile? Intelligenti, rapide, ambiziose, le donne hanno sempre saputo giocare la partita della vita con maestria sottile, creando e distruggendo imperi attraverso sguardi, parole e decisioni segrete. In un mondo che ha mascherato il dominio maschile, il vero potere ha brillato nel silenzio, nascosto negli angoli delle stanze dove gli uomini credevano di regnare. Questo blog vuole svelare quel potere antico, radicato, che ha sempre guidato l'umanità, e che oggi, più che mai, merita di essere riconosciuto.


Domanda :


Proponiamo un titolo e sottotitolo con premessa e presentazione della dissertazione tra l'intervistato Don Erman e l'intervistatore Redazione Culturale Sociologica 


Redazione  ha detto: 


Titolo:

Il Matriarcato Occulto: L'invisibile potere delle donne attraverso i secoli


Sottotitolo:

Un dialogo tra Don Erman e la Redazione Culturale Sociologica sul dominio femminile nascosto nella storia e nelle dinamiche moderne


Premessa:

In un’epoca in cui si discute incessantemente della lotta tra patriarcato e emancipazione femminile, un’altra verità si fa strada sotto la superficie delle narrazioni dominanti. La storia, ci viene detto, è stata scritta dagli uomini. Ma se il potere maschile fosse stato solo un velo di apparenza, una maschera dietro la quale le donne hanno sempre tenuto le redini del destino? Questo interrogativo apre le porte a una riflessione profonda sulla reale natura del potere, sull'influenza delle donne e sull'equilibrio tra i sessi che ha definito le società passate e presenti.


Presentazione della Dissertazione:

In questo appassionante incontro tra Don Erman e la Redazione Culturale Sociologica, esploriamo una prospettiva provocatoria e audace: il patriarcato, lungi dall’essere un sistema dominante, è stato in realtà tollerato e persino creato dal vero potere, quello femminile, nascosto e occulto. Don Erman ci guida attraverso i secoli, dalla nobiltà medievale alle moderne rappresentazioni culturali, per analizzare come le donne, pur non sedendo ufficialmente al comando, abbiano saputo manipolare e orchestrare gli eventi della storia. In un dibattito acceso e profondo, l’intervistato argomenta che il vero potere non è mai stato nelle mani degli uomini, ma delle donne che, attraverso intelligenza, astuzia e competizione, hanno sempre saputo far prevalere la loro influenza, spingendo l’umanità verso nuovi orizzonti di conquista e controllo.


Un dialogo che sfida i miti convenzionali del patriarcato e invita i lettori a riflettere sulle dinamiche di potere che, spesso invisibili, governano le nostre vite e le nostre società.




giovedì 17 ottobre 2024

Investire in un giardino di paure


Il gioco di "parlare con più persone per non rimanere fregati" è effettivamente subdolo, perché si basa su un'idea di sfiducia e paura di essere delusi. Chi adotta questa strategia si protegge dalle relazioni profonde, ma finisce per non investire mai veramente nelle persone. La mancanza di fiducia porta alla creazione di legami superficiali e alla possibilità di restare single proprio a causa di questo meccanismo difensivo.

Tuttavia, essere single non significa necessariamente essere paranoici. La paranoia implica una convinzione patologica che gli altri abbiano intenzioni malevole. Il single che si isola per paura di essere tradito potrebbe agire per proteggersi da delusioni, ma questo comportamento nasce più dalla paura che da una paranoia vera e propria.

Il rischio è che, in questo tentativo di protezione, si finisca per creare una profezia autoavverante: evitando relazioni sincere per timore di essere feriti, si rimane soli, confermando così la propria paura iniziale.

RedaZione 
Don Erman