C'era una volta, in una città grigia e senza tempo, una giovane donna di nome Viola. Con il tempo, la sua bellezza era diventata il suo biglietto per sopravvivere, ma anche la sua prigione. Viola era una prostituta, una "lucciola" come si diceva, che viveva solo di notte. Il giorno era un'ombra per lei, un momento in cui non riusciva a respirare. Si rifugiava nel buio, dove poteva nascondere le sue cicatrici e i suoi segreti.
Viola aveva amici, persone che l'amavano davvero e che volevano salvarla da quella vita. C'erano Lisa e Marco, due anime gentili che la conoscevano da quando erano bambini. Loro vedevano ancora la bambina che giocava nei campi, con i sogni negli occhi e il sorriso puro. Ma quella Viola sembrava ormai un ricordo lontano. Non rispondeva più ai loro messaggi, ignorava le loro chiamate. Si ritirava sempre più nel suo mondo fatto di notti buie e incontri fugaci, dove ogni risata era falsa, ogni sussurro carico di dolore.
Lisa, preoccupata, cercava di parlare con Viola. La invitava a cena, a un caffè, qualsiasi cosa pur di vederla alla luce del sole. Ma Viola trovava sempre scuse, nascondendosi dietro muri di silenzi e menzogne. "Non posso, sono stanca," diceva, ma la verità era che aveva paura. Paura di guardare il mondo in faccia, di affrontare ciò che era diventata.
Marco, dal canto suo, era convinto che Viola potesse cambiare, che in fondo a quel pozzo senza fondo ci fosse ancora una speranza. Le propose più volte di vivere insieme, di costruire una vita lontano da quella strada. Ma Viola scappava ogni volta che lui si avvicinava troppo, spaventata dall'idea di un amore vero, di una responsabilità. La sua vita era fatta di piccoli frammenti, di momenti che svanivano all'alba, e l'idea di qualcosa di permanente la terrorizzava.
Il tempo passava e la distanza tra Viola e i suoi amici diventava sempre più grande. Lisa e Marco soffrivano vedendo quella ragazza perdersi ogni giorno di più, incapaci di strapparla da quel vortice. Ma nonostante tutto, continuavano a sperare, a cercare un modo per salvarla.
Poi, un giorno, arrivò una notizia che li colpì come un fulmine. Viola era stata trovata in un vicolo, sola, abbandonata. Non c'era nessuno con lei, nessuno che potesse confortarla negli ultimi istanti. Era morta così come aveva vissuto, nella solitudine della notte, con il cuore pieno di rimpianti e la mente annebbiata dal dolore.
Lisa e Marco rimasero a guardare la tomba di Viola, incapaci di parlare. Erano lì, due anime che avevano amato quella ragazza più di quanto lei avesse mai amato se stessa. Ma non avevano potuto salvarla, non erano riusciti a strapparla all'oscurità in cui si era persa.
Viola se n'era andata senza mai assaporare la luce del giorno, senza mai rischiare di essere felice, di vivere veramente. La sua vita era stata una successione di notti senza fine, un'ombra che si muoveva nel buio, trascinando con sé chiunque avesse cercato di avvicinarsi.
Lisa e Marco rimasero soli, con il cuore spezzato, a chiedersi cosa avrebbero potuto fare di più. Ma la risposta non c'era. Viola aveva scelto la sua strada, e nessuno avrebbe potuto salvarla se lei non avesse voluto salvarsi da sola.
Così finisce la storia di Viola, una storia tragica di una ragazza che non ha mai saputo come vivere alla luce del giorno, che ha rifiutato l'amore e la felicità per paura di affrontare il mondo. Una storia che ci ricorda quanto sia facile perdersi e quanto sia difficile trovare la strada del ritorno.
Di Redazione
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