domenica 23 marzo 2025

Bene e male


La Via dell’Equilibrio: Amore, Vulnerabilità e Ascolto

Due cose, tra le più belle e potenti, potrebbero davvero far andare bene il mondo.

La prima è il coraggio di mostrare la propria debolezza, la propria vulnerabilità, e di arrendersi agli attacchi senza contrastarli, proprio come fanno gli animali quando, sdraiandosi a pancia in su, dichiarano senza parole: “Mi arrendo. Tu sei più forte.” In quel gesto, istintivo e puro, nasce un’inaspettata amorevolezza, capace di frenare qualsiasi impeto dominante o punitivo. Ciò che avrebbe potuto trasformarsi in un atto di prevaricazione si dissolve nel rispetto e nella dolcezza, perché la resa disarma più di qualsiasi difesa, spezzando il ciclo della violenza prima ancora che possa prendere forma.

La seconda è la meraviglia di un “E tu?” pronunciato con sincerità, subito dopo che un’anima amichevole si è aperta e ha confessato il proprio stato d’animo, le proprie avventure o disavventure. È il segnale di una connessione rara e profonda, quella che nasce quando due spiriti si incontrano nel reciproco desiderio di comprensione. In un mondo in cui tanti si perdono nel monologo del proprio ego, annegando nel culto di sé stessi e dei propri scopi, trovare qualcuno che sappia ascoltare davvero – con attenzione, con affetto, con partecipazione – è come scoprire una sorgente d’acqua viva nel deserto.

Gli esseri umani, presi dal loro bisogno di affermare ciò che ritengono giusto, spesso dimenticano che la loro visione, per quanto nitida, è soltanto una prospettiva tra le infinite possibili. Ecco perché l’atto di resa non è solo un gesto di umiltà, ma un dono. Arrendersi di tanto in tanto significa riconoscere la legittimità del punto di vista altrui, accettare che esistono altre verità, altre percezioni, altre valutazioni, e che anche queste, in un quadro più ampio, possono prevalere.

Ma c’è di più. Ascoltare con empatia, e non solo con distacco professionale o fredda razionalità, è ciò che distingue il vero interlocutore ideale. Ecco perché le religioni, con la loro capacità di creare legami spirituali ed emotivi, continueranno sempre a toccare l’anima in un modo che la logica pura e il pensiero scientifico non potranno mai eguagliare. Il vero buon senso non si trova nelle sole deduzioni razionali, ma si raggiunge attraverso un’esperienza catartica, un atto di canalizzazione spirituale che permette a due spiriti di comunicare e riconoscersi, anche quando sono di natura opposta.

Questa è la mia visione del bene e del male: nel primo risiedono la resa consapevole, l’ascolto reciproco e la compassione; nel secondo, l’ego inflessibile, la sordità emotiva e l’isolamento narcisistico.

Don Erman

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